mercoledì 19 settembre 2012

TU CHIAMALE SE VUOI EMOZIONI

Uno strano fenomeno risaltò ai nostri occhi dopo aver frequentato le sale d'attesa dei medici specialistici o i corridoi delle Aziende Sanitarie Locali. 
Infatti, parlando con coloro che, come noi aspettavano il proprio turno, spesso ci trovavamo a confrontarci sulle patologie e malattie di cui eravamo affetti.
La cosa singolare e curiosa era che spesso molti di loro usavano parole inappropriate e perifrasi arzigogolate pur di non usare la parola "tumore".
Riuscimmo a sentire parafrasare con gli esempi più assurdi la semplice realtà delle cose.
Perlopiù a non accettare questa definizione scientifica erano le persone sopra i 50 anni che parlavano di "male" "malaccio" e "brutto male".

La verità è che non bisognerebbe aver paura di pronunciare una parola che di per sè ha un'accezione variamente negativa; con essa si ricomprendono una vastità di patologie con cause e diverse e distinte, con cure specifiche e non sempre fortemente aggressive.
In alcuni casi è sufficiente asportare la parte coinvolta senza il bisogno di sottoporsi a chemio o radio.
Una summa divisio, infatti, vorrebbe da una parte i tumori benigni ove le cellule malate si moltiplicano senza controllo limitatamente ad un organo dall'altra i tumori maligni  dove, invece, le cellule tendono a staccarsi, a invadere i tessuti vicini, a migrare dall'organo d'appartenenza per andare ad attaccare altri organi vitali; un processo che prende il nome di metastatizzazione.
Giusto per dare un'informazione ci soffermiamo nel dire che nel Linfoma di Hodgkin non si parla di metastasi pur trattandosi di un tumore maligno.


In ogni caso la realtà va affrontata, tu malato se proprio non vuoi parlare di "tumore" chiamalo se vuoi "neoplasia", chiamalo se vuoi anche "giacomo" l'importante è non avere paura di essere sconfitti.








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